Parrocchia Maeno di Piave

Chiesa Arcipretale

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Chiesa Arcipretale dei SS. Pietro e Paolo


Carta d'Identità

Chiesa Arcipretale - Ss. Petri et Pauli app. de Mareno
Titolari: Santi Pietro e Paolo app.
Etimologia: L'Olivieri rinvia il nome Mareno , con il beneficio del dubbio, alla voce "mara" o "marra", che significa tanto sfasciume. Il Maschietto scrive: "E' voce gallica, donde - per esempio - le voci altotesine "mar - marra - mareno", per il loro terreno paludoso".
Arciprete: Fabbro don Mario (dal 1999)
Predecessori: Bruseghin Mons. Rino (1971 - 1999); De Bettin don Pietro (1965 - 1971); Prezioso don Francesco (1930 - 1965); Turbian don Antonio (1915 - 1929); Barro Mons. Giovanni (1872 - 1913).
... E' parrocchia dal? Certamente nel 1474 è già parrocchia e il suo pievano - parroco è don Andrea (?).
Casa religiosa: Suore della Divina Volontà della Beata Gaetana Sterni da Bassano del Grappa.
Istituzioni: Oratorio "don Bosco"; Scuola d'Infanzia "San Pio X".
Feste "locali" e processioni: San Givanni Bosco (31 gennaio); Processione "delle Anime" Domenica IV di Quaresima; Via Crucis del Venerdì Santo; Corpus Domini; SS. Pietro e Paolo App. e patroni della Parrocchia (29 giugno); Festa della Madonna del Rosario (Prima Domenica di Ottobre); Festa dei Santi (1 novembre).

La Chiesa attuale di Mareno di Piave porta i segni delle varie epoche in cui fu costruita e ampliata.

Nel 1300 presso il luogo della presente si trovava la Chiesetta di San Pietro in Bosco, com'è confermato dagli affreschi che si trovano nella parete sinistra dei secoli XIV e XV e stucchi del secolo XVI raffiguranti: l'Ultima Cena, L'arresto, il Buon Ladrone, la Crocifissione e la Nostra Signora con Gesù e Santa Anna.

Nel 1700 fu ampliata nello stesso luogo della prima, e consacrata nel 1786 dal vescovo Lorenzo da Ponte. All'interno della navata centrale si trovano gli affreschi di Gian Battista Canal, pittore veneziano. Egli sul soffitto rappresentò la Vergine Maria Assunta in cielo e la gloria dei Santi Patroni Pietro e Paolo, ai lati di questo grande affresco centrale ce ne sono altri due raffiguranti scene simboliche delle virtù. Sulle pareti raffigurò sei Profeti, sei Apostoli e due storie dell'Antico Testamento.

Lungo la navata centrale vi sono quattro altari:

il primo a destra dedicato a Sant'Antonio di Padova, in legno del tardo '500, la pala recentemente restaurata, raffigura il Santo in gloria tra san Liberale (o san Floriano?) e san Tiziano vescovo di Oderzo e Patrono della nostra Diocesi. Quest'opera è stata attribuita a scuola del Veronese.

Il secondo altare di destra è quello della Madonna del Santo Rosario.

La statua è del 1919 ed è opera dello scultore Celotti. Ogni anno la prima domenica d'ottobre è portata in processione. la festa liturgica della Madonna del Rosario è il 07 di ottobre.

Nel primo altare di sinistra sono raffigurati, nella pala San Benedetto Abate in trono tra i Santi Sebastiano e Rocco, l'altare è in muratura con due colonne in marmo rosso di Francia.

Il secondo di sinistra e l'Altare della Croce o delle Anime.

È in stile classico 1700, in marmo nero greco, proveniente da Venezia. Un rappresentante del Comune, il sig. Pietro Bidoli l'ottenne dall'Imperatore d'Austria Francesco I nel 1818, quando fu di passaggio per Conegliano. C'è un'iscrizione che dice "Reformatum et erectum - 1818".

La sera del 27 ottobre 1918 l'antico campanile fu atterrato dagli austriaci in ritirata. Il campanile cadendo distrusse il presbiterio e la sacrestia.

La chiesa allora fu ampliata a croce latina e furono costruite le due sacrestie.

Il 22 settembre 1922 fu consacrata da S. Ecc. Mons. Eugenio Beccegato, vescovo di Vittorio Veneto.

Nei due transetti furono collocate due opere:

nel braccio destro, L'Annunciazione di Annibale Nicolai, lucchese (1660) nel braccio sinistro, l'Ultima Cena del Signore di Pietro Polini anch'egli lucchese (1605-1681). Queste due tele furono donate alla Parrocchia da Giacomo Paoletti nel 1939.

La pala dell'abside è opera di Francesco Beccaruzzi nato a Conegliano nel 1520, allievo del Pordenone e seguace del Tiziano.

Quest'opera di buon gusto rappresenta la Nostra Signora con Gesù, i santi Patroni Pietro e Paolo e i santi: Sebastiano, Rocco, Giovanni Battista e Caterina d'Alessandria.

Sopra l'altare della Celebrazione c'è il dipinto su tela il "Quo vadis?" (durante l'incendio di Roma voluto da Nerone, Pietro si allontana e Gesù gli appare), è opera del pittore Giulio Erler da Treviso (1926).

Il Battistero e del 1700 in pietra bianca, fu ripulito e collocato in coro. Il coperchio in legno dipinto con quattro scene della vita di Gesù, opera del Bisson da Santa Lucia di Piave. Sulla punta del coperchio fu collocata la Statuetta di san Giovanni Battista del settecento.

L'Altare, l'Ambone e la Sede sono un'opera nuova in marmo rosso di Verona, bianco di Carrara e rosa di Sardegna, sono disegno dell'arch. Italo Raffin da Pordenone e furono consacrati nel 1974. Successivamente furono collocati i paliotti dell'Altare raffiguranti: l'Ultima Cena, La Morte di Gesù e la Risurrezione. Sono opera dello scultore Carlo Balliana. Dello stesso scultore sono anche i simboli dei quattro evangelisti collocati sull'ambone.




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EDIZIONE: DICEMBRE 2019

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